TESTI DI MEDITAZIONE DI MONS. Filippo Ramondino

per il Concerto di pasqua del Coro Dominicus

diretto dal MAESTRO GIANFRANCO Cambareri

Duomo di S. Maria Maggiore e San Leoluca in Vibo Valentia

Domenica delle Palme 2022

 

 

 

1.       INVOCATIO

 

Miserere di me (sal 51),

per la tua grande misericordia.

E sono certo: le mie lacrime nell’otre tuo,

senza confini e senza fondo, tu raccogli (sal 56)

rendendole Giordano del mio passaggio

dal peccato alla grazia,

dalla morte alla vita.

Crea in me, ora, un cuore nuovo.

Dammi uno spirito saldo,

sulla roccia del tuo irrevocabile amore.

E con un cuore pacificato,

perché sa di poter essere perdonato,

riplasmato e recuperato dal tuo Spirito creatore,

io, peregrinando sui sentieri della speranza,

continuerò a cantare non come un lamento,

ma come un inno di vittoria: miserere, miserere di me.

Tu, amore trinitario senza fine,

amore preveniente e assoluto,

abbi pietà di me, immergimi dentro la tua vita,

mentre il mio tempo, in questi giorni di grazia, 

recupera attimi d’eternità,

come scintille e bagliori che mi fanno sperare

l’alba di un giorno nuovo.

Ore uniche di luce divina,

Liturgia horarum,

che entrano nel buio della nostra notte,

nella valle tutta oscura, dove tu sei con me (sal 23).

De profundis,

ore che illuminano il resto del tempo

che ci è donato,

per divenire anche noi dono d’amore, indissolubile, 

a te e ai fratelli.  Amen

 

 

 

2.  HOSANNA

 

Tu vieni, tra canti di bimbi che osannano al tuo nome.

Chi non è come loro non capisce il tuo ingresso.

Dalla bocca dei bambini e dei lattanti

s’innalza la tua lode (Mt 21,16).

Non hai voluto un cavallo, ma un asinello.

Non la porpora dei re, ma i nostri poveri mantelli.

Osanna. Benedetto colui che viene nel nome del Signore (Mt 21,1-11)

Benedetto il Signore Dio d’Israele

perché ha visitato e redento il suo popolo (Lc 1,68).

La porta della Passione si è spalancata

dentro un viale vibrante di palme e d’olivi

che inneggiano al martirio dell’amore.

Irrompe con te, Messia sofferente,

l’insurrezione della misericordia di Dio,

dentro le trame oscure della città dell’uomo.

Gesù, tu sei la luce che illumina ogni uomo,

rivelante l’uomo a se stesso,

e sei, come la fiamma del fuoco,

segno di contraddizione (Lc 2,32-34).

Davanti a te bisogna decidersi per l’esistenza.

Così, grideranno anche le pietre (Lc 19,40). Amen

 

 

3. IN FORMA AMORIS

 

Notte della Cena.

I miei piedi stanchi,

giunti nella stanza superiore,

nel cuore di Gerusalemme,

attraversando la porta del cenacolo,

sono lavati dalle mani di Dio,

che, come uno schiavo, si china davanti a me.

Notte dell’esempio.

Come ho fatto io, così fate anche voi, ci dice,

come un testamento.

Folle d’amore per noi.

Notte del Pane e del Calice.

Mistero che, nutrendo la mia anima,

dà identità nuova alle mie cellule di carne:

concorporale con Cristo, consanguineo con i miei fratelli.

Mi dice che a nulla serve mangiare Cristo,

se non mi faccio mangiare come Cristo,

per amore o per odio.

Mandatum novum:

tutti fratelli, perché tutti figli, nel Figlio.

Notte del pianto senza conforto.

In solitudine abissale, per il silenzio di Dio.

Grida e lacrime, forti.

In tutto, Lui, simile a noi,

nel lager della desolazione.

Notte del tradimento.

Un’ orda di malfattori squarcia l’oscura attesa.

L’ora è venuta. Ed è questa.

Un bacio, il simbolo dell’amore,

pervertito in un inganno.

«Fa davvero rabbrividire il fatto che Cristo,

che è il Maestro dell’Amore,

viene tradito con un bacio» (S.Kiekegaard).

«”Che cosa volete darmi, e io ve lo consegnerò?” (Mt 26,16).

O Giuda, tu vuoi vendere Dio, il Figlio di Dio,

 come uno schiavo senza valore, come un “cane morto”,

giacché interroghi non la tua volontà ma quella dei compratori:

“Che cosa volete darmi?”.

E che cosa possono darti?

O Dolore! Si tenta di dare prezzo a ciò che è inestimabile» (S. Antonio da Padova).

Passi nella notte.

Una fievole luce è rimasta nella camera alta della Cena,

veglia davanti al tabernacolo della Divina Consegna.

Ora si fa buio su tutta la terra (Lc 22,44). Fiat.

 

 

4. AD CRUCEM

 

Gesù è in agonia fino alla fine del mondo (Pascal),

è in agonia nei tanti Getsemani del mondo,

negli orti degli ulivi,

nelle terre di desolazione e di angoscia abissale,

che non sono lontani dai nostri condomini,

dalle nostre piazze, dai nostri uffici, dalle nostre fabbriche, dai nostri ospedali…

Quanti come Gesù chiedono nella loro angoscia almeno una ora,

un momento di consolazione e di attenzione al loro dolore…

L’indifferenza può diventare tradimento, condanna, morte!

Ecce Homo (Gv 11,5), dice Pilato.

Non sapendo di affermare la grande svolta dell’umanità,

il principio dell’uomo nuovo.

Si imprime quel sangue redentivo nelle nostre coscienze,

come, indelebile, sul velo di Veronica,

la donna coraggio sulla via della croce.

«Il Salvatore infatti imprime la sua somiglianza

 su ogni atto di carità,

come sul lino della Veronica» (K.Wojtyla).

Ora nona. Consummatum est.

Un forte grido e spirò.

La sua opera è compiuta, fino alla fine.

Il suo cuore, squarciato dalla lancia di un soldato, parla ancora.

Una breccia profonda.

Una porta spalancata, per noi uomini per la nostra salvezza.

Acqua e sangue sgorgano dal costato di Cristo crocifisso.

Vita donata, Spirito effuso. Eternamente.

Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto (Gv 19,37),

scrive l’apostolo, rimembrando quel cuore

sul quale si era amorosamente chinato nel cenacolo.

Mysterium Crucis:

«non finiremo mai di indagare l’abisso di questo mistero» (Giovanni Paolo II).

Mistero nel mistero davanti al quale noi

non possiamo che prostrarci in adorazione. 

Ave, o croce santa.

Ave, mistero di morte e di gloria.

Ave, scala del paradiso,

talamo, trono ed altare al Corpo di Cristo Signore.

Noi ti adoriamo. Amen

 

 

5.      MANE NOBISCUM

 

Verso Emmaus quel pomeriggio ci eravamo diretti.

La distanza tra la tomba vuota e la nostra casa,

si allargava tra ragione e confusione.

Lunga soglia per lamentare una speranza delusa.

Un pellegrino si fa compagno di noi due discepoli tristi.

Incontro trinitario, superamento del limite.

E cammina con noi,

ascoltando discorsi amari,

cronache di morte, gemiti di sconfitte.

Il viandante misterioso si mette ad omiliare,

familiarmente parla con noi,

suscitando coraggio,

infondendo la passione di un fuoco,

che brucia senza consumarsi.

Si fa sera, resta con noi, Signore!

Gridiamo all’unisono.

Arde il nostro cuore mentre ci parli,

ed ora vogliamo cenare con te.

Fractio Verbi. Fractio Panis.

Il cuore si scioglie, gli occhi si aprono, la bocca annuncia.

E Lui è invisibile, ora.

Siamo visibili noi toccati da Lui,

è udibile la Parola che ci ha consegnato.

Parola che spiega, parola che interpreta, parola che nutre la vita.

Ad Emmaus la terra ha dato il suo frutto,

si è spalancato il cielo per noi,

e il Risorto ci ha mostrato la direzione.

 

 

6.      AMEN. ALLELUJA

 

Alleluia. È Risorto.

La pietra rovesciata

ha ribaltato il tempo e lo spazio,

radicandoli nell’Eternità.

Il Signore vince la morte,

va oltre la croce e la tomba.

Dentro la sua risurrezione

tutti risorgeremo.

Alleluia. Pace a voi.

Le porte sono ancora chiuse, ma il Signore entra,

ha urgenza di dirci che dobbiamo uscire.

Porta della divina misericordia,

disserrata per sempre,

e trasformata in un abbraccio di carne glorificata.

La Chiesa non è una tana.

La Chiesa è terra e cielo,

impastata dal sacramento eucaristico,

sigillo di gloria futura,

banchetto che il Risorto imbandisce per noi,

e tutti invita alla Cena dell’Agnello Immolato,

che toglie il peccato del mondo (Gv 1, 29),

convito pasquale,

sacrificio di lode.

rendimento di grazie, senza fine. Alleluia.

Alleluia. Prendete e mangiate.

Toccate con le vostre mani.

Ricevete il mio Spirito.

Andate, come agnelli in mezzo ai lupi (Mt 10,16).

Mysterium  fidei, che ci fa ardentemente cantare

col suono palpitante di figli della Vita:

evangelizziamo la tua morte, ogni morte, Signore,

esultiamo, testimoniando la tua Risurrezione,

garanzia della nostra eternità,

attendendo trepidanti, con la lampada accesa,

la tua venuta nella gloria. Amen. Alleluja


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