1 Maggio
Maria punto d’incontro del cammino di Dio verso l’uomo e dell’uomo verso Dio
La pagina dell’Annunciazione rappresenta l’annuncio della salvezza e corrisponde in maniera meravigliosa alla Genesi con la promessa della Salvezza. Con il saluto dell’angelo a Maria si manifesta all'umanità l’offerta della salvezza. “Nulla è impossibile a Dio!”, ma nello stesso tempo per ciascuno di noi: “Nulla è impossibile con l’aiuto di Dio!”.
Mai creatura umana si troverà davanti a più grande decisione: il destino dell’umanità e la gloria di Dio dipendono da lei, da ciò che Ella risponderà.
2 Maggio
Il “Sì” di Maria
Bisogna riflettere sul ruolo di Maria come persona libera e il suo consenso come rappresentante di tutta l’umanità per comprendere il valore del suo “fiat” dall'annunciazione fino alla croce. Come Abramo: Ella offre perché amorosamente consenziente all'immolazione della Vittima da lei generata; Ella soffre, perché soffrì profondamente col Figlio suo Unigenito; Ella si offre, perché si associò con animo materno al sacrificio di Lui.
Maria ci insegna che l’Amore equivale allo scandaglio del dolore, ecco perché è nostra guida esemplare nel difficile cammino di fede della vita nell'orbita della croce.
3 Maggio
La vita delle madri è quella dei figli
Maria non si sottrae a questa legge dell’amore materno, infatti leggendo le pagine del Vangelo si resta sorpresi nel notare questa eccezione. Sembra che tutti i privilegi le siano stati donati: tutti, tranne uno! Eppure, giudicando umanamente se c’era legge a cui doveva essere sottratta, doveva essere questa. Invece, non soltanto non fu risparmiata, ma fu arricchita di tale dono. L’immensità e la profondità di quel dolore costituiscono uno “straordinario”, un’eccezione alla legge del dolore sempre limitato in ogni altra creatura. “A te una spada trafiggerà l’anima!”.
Ecco perché nei disegni di Dio Maria ci viene proposta come nostra guida: Ella ha sofferto un’intera vita, ed ha reagito in modo esemplare con rassegnazione e con fortezza rimanendo fedele alla volontà di Dio.
4 Maggio
Maria “cooperatrice” della redenzione
Il motivo del dolore di Maria, trascende ogni umano ideale di esemplarità. E’ più ampio e più profondo. La teologia ha detto la parola giusta “corredentrice”! Maria nel dolore doveva cooperare alla salvezza del mondo. E’ questo il sublime perché del suo dolore. Per la sua unione a Cristo nell'opera della redenzione Maria è divenuta per nostra Madre nell'ordine della Grazia.
Maria continua la sua opera materna nel mistero della Chiesa “il Cristo in formazione” e nella vita dei credenti: “cooperando con amore di madre alla loro rigenerazione e crescita” (LG 63): Ella è perciò Madre della Chiesa. Maria ha così una funzione singolare nell'economia della grazia: è la Mater divinae gratiae e, in quanto tale è anche la Dispensatrice della Grazia!
5 Maggio
Maria madre della Chiesa
Il mistero della nostra rigenerazione per grazia, cominciato a Nazaret e culminato sul Calvario, ci compie con la Pentecoste e la missione degli Apostoli, nel mistero della Chiesa: sicché Maria è salutata Madre della Chiesa.
Non rimaniamo sorpresi nel vedere Gesù che ascende in cielo e lascia ancora quaggiù sua Madre. Questo ci spiega il fatto della permanenza di Maria nel mondo dopo l’ascensione. L’umanità è appena rinata: la Chiesa “Cristo in formazione” deve ancora crescere ha bisogno della madre e la madre resterà. Con i misteri del Vangelo, con la sua presenza, con le sue virtù, coi segni del dolore Ella plasma i membri della Chiesa nascente, alla vita, alla fortezza, al martirio. Per realizzare tutto ciò Maria, persevera con gli Apostoli nel chiedere il dono dello Spirito Santo.
6 Maggio
Maria e la “vita nuova”
Maria continua la sua opera materna nel mistero della Chiesa “sacramento di rigenerazione spirituale e di salvezza” di tutti gli uomini.
La vita nuova del cristiano viene suscitata, nutrita e corroborata dalla potenza dello Spirito Santo: non senza la cooperazione subordinata di Maria, a cominciare dal Battesimo “fino allo stato di uomo perfetto, nella misura che
E’ il vocabolario dell’alleanza, della giustizia e della povertà che qui confluisce per indicare questa folla vivace del popolo di Dio animati da un unico spirito.
7 Maggio
Maria e la vita nello Spirito
Se Maria, nel cuore della Chiesa, può comunicare misteriosamente dinamismo e vitalità, è perché Ella partecipa in maniera unica alla grazia dello Spirito Santo, il cui ruolo dice san Tommaso, è di essere precisamente quello di “cuore”: come Cristo è paragonato al “capo” «lo Spirito Santo è paragonato al cuore che, invisibilmente, vivifica e unisce alla Chiesa» (S. Th. III, 8,1,3um).
Per la sua presenza, Maria dispone i cuori all'accoglienza del Cristo e della sua grazia. Attira i doni dello Spirito su coloro che gli stanno vicino e li aiuta ad attenderli con costanza e fiducia e ad accoglierli con gioia. Maria e lo Spirito Santo e il loro “agire”, senza confondersi e ancor meno identificarsi, sono in perfetta armonia.
8 Maggio
Maria e la vita cristiana
Pregare, sentire, vivere con Maria lo Spirito, vuol dire innanzitutto chiedergli, chiedere allo Spirito, di scoprire la propria identità di cristiani per ritrovare, al di là di eventuali crisi personali e comunitarie: il carisma della propria vocazione: realizzata nei concreti impegni di vita. Che cosa manca, per dirsi veramente rinnovati in Cristo: la coerenza tra fede e vita; la fedeltà alla propria chiamata; il dinamismo di un sano rinnovamento; il rispetto della vera tradizione.
Per l’azione materna di Maria “lo Spirito di verità” aiuterà a capire certe parole difficili del Vangelo, che Maria per prima ha illuminato con la sua vita (come croce, conversione, perdono, povertà). A restituire il loro vero significato a parole abusate (come amore, gioia, libertà, progresso, liberazione, personalità). A parole oggi contestate (come castità, donazione, rinunzia).
9 Maggio
Maria tra memoria e impegno
Il rapporto dei credenti con Maria non è un rapporto facile, non è una proposta pre-confezionata che si può tirare fuori quando si vuole. Semmai è un dono da scoprire, non essendo sufficiente presentare il contenuto biblico, senza tener conto della vita e dei problemi di fede di oggi, che come sappiamo sono molteplici e complessi.
Viviamo una generazione, povera di “memoria”, una religione di “corto respiro” impegnata a gestire un quotidiano, complesso e contraddittorio, senza punti di riferimento sicuri, e non riesce o non vuole correre troppo rischi affidandosi a progetti complessivi che impegnano per lungo tempo.
10 Maggio
Con Maria per l’annuncio del Vangelo
Non è superata anche una crisi pastorale nei confronti di alcune forme devozionali ormai superate che sono state abbandonate ma non sostituite, non è stata rinnovata una catechesi mariana capace di far conoscere Maria come “pedagogia” per annunciare il Vangelo all'uomo di oggi. Spesso ci si è limitati a reiterare riti e forme di religiosità popolare che nulla hanno a che vedere con la vita di oggi, perché non valorizzano la figura di Maria, il cui culto, invece, deve essere inserito vitalmente nella celebrazione dei misteri del Figlio.
Occorre valorizzare le ricchezze della tradizione della Chiesa, per formulare nuovi itinerari di fede, come proposta valida per sostenere il cammino spirituale dei fedeli per vivere da protagonisti il nostro tempo.
11 Maggio
Maria e le tendenze ed attese di oggi (I)
La prima è una tendenza alla selezione ed autogestione. Il primo aspetto si esprime nel fatto che molti fedeli si scelgono dal “patrimonio religioso” solo quei punti che sono loro più congeniali o che essi ritengono i più importanti. Per quanto riguarda il secondo aspetto si rifiuta ogni imposizione dall'esterno o dall'alto. La loro religiosità non si sottopone a un patrimonio “rivelato”, ma consiste nel tentativo di farsi da sé o di cercare una sintesi personale rispetto al patrimonio religioso rivelato. Rifiutano o almeno limitano le competenze.
12 Maggio
Maria e le tendenze ed attese di oggi (II)
La seconda è una tendenza all'emarginazione del fatto religioso. La religione non viene più vista come importante nella propria vita o almeno capace di suscitare motivazioni e stimoli per le scelte quotidiane. Anzi appare inutile per comunicare la forza necessaria per affrontare le problematiche che oggi i cristiani colgono come loro più interessanti quali l’ordine sociale, la politica, l’impegno per la giustizia, la legalità e la pace. La componente religiosa viene giudicata come qualcosa di decorativo.
Infine la tendenza alla persistenza di una certa forma della religiosità nella vita quotidiana. Il limite e il pericolo di ciò è, sembra, che solo i gruppi ecclesiali danno una motivazione personale per superare la visione di tipo tradizionale, al bisogno di sicurezza e di significato diffusa in molti fedeli, smarrendo in tale modo la realtà di comunione tanto necessaria alla Chiesa di oggi.
13 Maggio
Maria e le nostre esigenze- speranze
Forte appare l’esigenza di una società meno burocratica, di una gestione del potere, anche politico, meno interessata ed egoistica, di una religiosità meno formale o soltanto esteriore sul piano liturgico sono esigenze forti ed avvertite da una fascia sempre più ampia. Maria ci può aiutare a dare una risposta ad esse.
Anche se quello di Maria, come quello del Figlio suo, resta un mistero insondabile è possibile chiedere alla Parola di Dio e alla catechesi una risposta che tenga conto delle speranze e delle aspirazioni di noi tutti perché Maria ci aiuti a conoscere il Figlio suo, ci conduca a Lui, l’unico nel quale è possibile trovare la piena e totale risposta ai nostri problemi.
14 Maggio
Maria e la risposta nella Parola di Dio
Ora la parola di Dio, in particolare quella che ha come oggetto Maria di Nazaret, permette di fare delle scelte di fondo che aiutano a capire come Maria possa illuminare il cristiano di oggi e i suoi problemi. La spinta e la ricerca verso il nuovo trova riscontro nella liberazione operata dal Signore Risorto, nel “sì” gioioso di Maria a Nazaret, nel grido di liberazione del suo Magnificat. E’ la prima creatura “nuova” pienamente realizzata. Un progetto realizzato in pienezza e quindi imitabile per noi tutti.
Il momento storico in cui ci troviamo è il punto di partenza di quello che può far capire la Parola che si è sempre rivolta all'uomo storico, responsabilizzandolo, interpellandolo e mettendolo sulla strada della collaborazione, con Dio e con gli altri uomini, per fare nuove tutte le cose.
15 Maggio
Maria e la sua collaborazione al progetto di Dio
Il Vangelo non è mai esterno all'esperienza umana. L’incarnazione non appartiene al passato ma è essenziale al cristianesimo. L’amore di Cristo non rende estranei al mondo ma impegna come ha impegnato Maria nella collaborazione con il Figlio suo nella realizzazione del progetto di salvezza del Padre.
La Parola di Dio mostra l’itinerario di fede di Maria che, prima di diventare in lei una fede matura, ha attraversato enormi difficoltà e ha seguito tutto un cammino che il vangelo ci fa conoscere.
16 Maggio
Maria ci fa vivere in comunione
Il fedele che vive un cammino di fede è sensibile alla dimensione comunitaria dell’esperienza cristiana. La socialità è comunione, condivisione, servizio, partecipazione, amicizia, pace. La Parola di Dio presenta Maria come una donna del suo popolo, ma soprattutto attenta a tutti quelli con i quali entra in contatto. E molti oggi sono disorientati, perché alla ricerca di un progetto da realizzare che dia senso alla loro vita.
Maria, viene mostrata, come una giovane donna che appena capita la volontà di Dio nei suoi riguardi non ha più paura di impegnarsi e accetta il progetto di Dio rischiando tutta la sua vita ecco perché appare come segno di futuro e di speranza.
17 Maggio
Maria madre di Dio e della Chiesa
Maria, anche se abbandonata completamente alla volontà del Signore, fu tutt'altro che una donna passivamente remissiva o di una religiosità alienante, ma donna che non dubitò di proclamare che Dio è vendicatore degli umili e degli oppressi… Riconosciamo in Maria, che “primeggia tra gli umili e poveri del Signore”, una donna forte, che conobbe povertà e sofferenza, fuga ed esilio.
Maria una donna in mezzo ad altre donne. La sua crescita spirituale nella fede è indicata come una “peregrinazione nella fede”, nella quale la Beata Vergine avanzò, serbando fedelmente la sua unione con Cristo. In questo modo quel duplice legame che unisce la Madre di Dio al Cristo e alla Chiesa, acquista un significato storico.
18 Maggio
Maria nel cammino della storia della salvezza
L’itinerario di fede della Vergine Maria e della “parte migliore” che Ella ha nel mistero della salvezza, riguarda anche la storia di tutto il popolo di Dio, di tutti coloro che prendono parte alla stessa peregrinazione della fede. Si tratta di percorrere i momenti più importanti della vita di Maria per riscoprirli impastati negli avvenimenti della storia dell’uomo. Questa accentuazione storica la colloca nella prospettiva della storicità del Cristo.
Di fronte alla figura di Maria ci chiediamo: Chi è stata veramente Maria? Qual è il significato della sua vita per me? Non una figura astratta e quasi mitica avulsa dalla realtà ma una donna come le altre, inserita nella storia, incarnata nel tempo, reale e viva nel suo essere e nel suo operare.
19 Maggio
Maria e il suo itinerario di fede
L’abbandono totale di Maria in Dio, senza riserva è visto come quello di Abramo, come momento iniziale della nostra salvezza, l’inizio della nuova alleanza. Entrambi questi atti di fede hanno avuto come oggetto la promessa di una discendenza: nonostante l’età avanzata sua e di sua moglie Sara “Abramo ebbe fede, sperando contro ogni speranza che sarebbe diventato.
20 Maggio
La persona di Maria e il suo “Sì”
Il consenso di Maria è stato pieno e incondizionato, cioè ha coinvolto tutta la persona di Maria, tutto il suo io umano, femminile, cioè tutta la sua intelligenza e volontà, tutto il suo cuore e la sua specifica condizione di donna. Nel sì di Maria si è raccolta e concentrata tutta la sua persona: il passato del suo popolo, il presente della sua vita, il futuro dell’umanità erano raccolti simultaneamente nel sì di Maria di Nazaret alla proposta del suo Signore.
Non solo nell'Annunciazione, ma sempre nella sua vita, ascolta e mette in pratica la parola di Dio. Con una sapienza riflessiva ritorna sugli avvenimenti dell’infanzia di Cristo, cercando di penetrare il senso. Ascolto e pratica; parole e opere; ortodossia e ortoprassi è l’articolare binaria di una fede matura che ci fa apprezzare la fede di Maria.
21 Maggio
Maria e la difficoltà del credere
Il Vangelo sottolinea spesso la difficoltà di Maria a capire tutto quello che riguardava il Figlio suo, e almeno due volte Luca (2,19 e 2,51) ci ricorda che Maria conservava con cura le parole e fatti passati nel suo cuore e li meditava diligentemente: cercava il senso profondo di quei fatti e di quelle parole e le confrontava con le nuove situazioni nella quali la sua stessa vita veniva coinvolta. “Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l'anima” (Lc 2,35).
Ma i momenti di prova e di sofferenza che fanno maturare la fede di Maria non si fermano. Maria vedrà morire suo Figlio sulla croce e in quel momento, come dice la RM, la sua fede raggiunge la sua “kenosi”, cioè il suo più grande annientamento dell’autorità o del magistero mostrandosi più disponibili a una guida di tipo carismatico.
Sull'esempio di Maria dobbiamo essere capaci di saper recuperare una sapienza di discernimento che, può nascere solo dalla conoscenza e dall'ascolto della Parola di Dio, perché possiamo renderci consapevoli della missione affidata a ciascuno di noi.
22 Maggio
Maria e la vita-fede itinerante
La vita di Maria è stata la vita di una credente, la vita di una itinerante: ha percorso tante strade e lungo il cammino le si sono presentate tante difficoltà. E’ una lezione per noi tutti. La fede è una strada, un cammino verso Dio, un cammino pieno di difficoltà, di prove e di sofferenze come quello di Maria ma anche un cammino di Dio verso ogni uomo. Dio solo conosce i dinamismi più intimi del nostro io, e lui, nel rispetto della nostra libertà, ci dona un germe di trasformazione progressiva e radicale che diviene il principio vitale della nostra esistenza cristiana.
Incamminarsi dietro le orme di Cristo per accettare il principio trasformante della risurrezione e aderire alla Parola di Dio che fa nuove tutte le cose, ecco a che cosa viene spinto il credente sull'esempio di Maria.
23 Maggio
Maria e il Magnificat
In quanto dialogo con Dio la fede di Maria si concretizza nel dare agli uomini la parola ricevuta. E’ la parola profetica che pone la Vergine quasi come personificazione del popolo di Dio in marcia verso la salvezza. il Magnificat è il segno di una approfondita lettura della Bibbia e di una assimilazione del pensiero del salterio. Ma nello stesso tempo è una spia per comprendere la situazione in cui vive o si trova Maria quando pronuncia le espressioni contenute in questo cantico, ma è anche una visione di ciò che avverrà a partire dagli avvenimenti di cui Ella è custode e testimone: il futuro è qui.
L’esperienza di fede di Maria è radicata nel passato e nella fede del suo popolo, e in particolar modo nell'esperienza dei “poveri di Jahvè”. Il “povero” è il cliente di Dio. Una povertà, quella del povero israelita, che è espressione di potere d’accoglienza da parte di Dio, apertura a Dio, disponibilità e umiltà verso di lui.
24 Maggio
I salmi alla radice del Magnificat
Qualche riflessione sulla fede dei poveri di Jahvè come emerge dai Salmi che sono la radice del cantico di Maria. “Perché il Signore ama il suo popolo / assicura ai poveri splendida vittoria”. E’ il popolo degli oppressi che ha posto in Dio tutta la sua fiducia e che Dio ama più di qualsiasi altra cosa come ci ricorda
padre di molti popoli” (Rm 4,18); nonostante la sua condizione verginale Maria di Nazaret “credette che per la potenza dell’Altissimo, per opera dello Spirito Santo, sarebbe diventata la Madre del Figlio di Dio” (RM 14).
La Vergine Maria con il suo “sì” sposa realmente l’amore che Dio vuole manifestare agli uomini e permette a questo amore di esprimersi. Ella è così, per noi, la Madre di ogni umano consenso.
25 Maggio
Maria modello del povero del Signore
Seguono nel salmo sette parallelismi tutti sinonimi o meglio termini che sviluppano il tema dell’essere “anì/povero del Signore”. Il povero è “l’uomo che teme il Signore” (v. 8.10); è “l’uomo che in lui si rifugia” (v.9); “che cerca il Signore” (v. 11); “il suo fedele” (v. 10); “il giusto” (v. 16.20.22), “chi ha il cuore affranto” e “chi ha perso ogni speranza” (v. 19); e infine “il povero” è “il servo del Signore” (v. 23).
E’ tutta la religione dell'AT che con timore impregnato di confidenza che si esprime nell'atteggiamento spirituale iscritto nella parola chiave anawim. Niente di strano che la prima beatitudine di Gesù Cristo, anzi la sola vera beatitudine, sarà chiarita da tutte quelle che seguono: “Beati i poveri in spirito…”, o come meglio traduce la Traduzione interconfessionale in lingua corrente: “Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio…”.
26 Maggio
Maria ci insegna l’attesa…
Il salmo 37 dà una lezione di saggezza a un uomo impaziente che si lamenta della lentezza di Dio. “Spera nel Signore, non ti agitare…” (v. 7), perché “I poveri possederanno la terra e godranno benessere e pace” (v. 11). Questi “poveri” trovano la loro esperienza violenta, ma la loro situazione non è di carattere sociologico ma ha un sapore religioso: si tratta di “coloro che sono sottomessi al Signore, a lui obbediscono”. Anche qui il gioco del parallelismo è assai istruttivo: gli anawim sono “chi spera nel Signore…” (v. 9); “i giusti” (v. 17 e passim); “chi è benedetto dal Signore” (v. 22), “i suoi fedeli” (v. 28); “l’uomo buono” e “il giusto” (. 37); “quelli che in lui si sono rifugiati” (v. 40).
Conviene alla piena maturità di Cristo” (Ef 4,13). Ricordiamo l’economia della grazia nei sacramenti: rinascita (Battesimo), fortezza (Cresima), alimento e comunione (Eucaristia), riconciliazione (Penitenza) sanità (Unzione), ministero-servizio (Ordine), amore e trasmissione della vita (Matrimonio). In ognuno di questi momenti – avvenimenti di salvezza il Figlio di Dio, realizza la sua opera di salvezza.
27 Maggio
Maria ci insegna ad avere fiducia in Dio
Anche l’orante del salmo 25 che vive in una situazione difficile esprime tutta la sua fiducia nel Signore: “Onestà e franchezza mi accompagnino, perché io spero in te, Signore”.
E’ la sua ultima parola, ma è anche il programma di tutto il gruppo a cui egli appartiene e che egli evoca per trovare in esso un sostegno alla sua fede. Gli anawim del v. 9 sono quelli che fanno professione di fede e di sottomissione a Dio; gli stessi che “osservano il suo patto e i suoi comandamenti” (v. 10); “l’uomo che ha fede in lui” (v. 12); “che crede in lui” (v. 14), “che spera in lui” (v. 3).
28 Maggio
Maria e la piena fiducia in Dio
Altro esempio il magnifico salmo “di fiducia” che è il salmo 27 che inizia con espressioni trionfanti: “Il Signore è mia luce… mia salvezza…”, prosegue con una fiducia fortificante perché non si tratta di un ottimismo beato e ingenuo; egli è in lotta contro i nemici che si accaniscono contro di lui, ma fa leva non sulla propria forza bensì su un suo solo desiderio: l’unione con Dio. Essere ospite di Dio, vivere nella sua casa. Tutto ciò espresso con queste belle immagini concrete: baluardo, il tremare, la carne straziata, l’inciampare, lo schierarsi dell’esercito nemico, il divampare della battaglia, l’abitare nella casa di Dio ecc. .
Ma la guerra continua ed egli professa la sua fede nell'aiuto e nella salvezza di Dio. “Sono certo: godrò tra i viventi la bontà del Signore. / Spera nel Signore, sii forte e coraggioso, / spera nel Signore” (v.13-14).
29 Maggio
Maria e la storia di salvezza al presente…
La visita di Maria a sua cugina Elisabetta, appena dopo l’annunciazione, è uno dei tanti esempi di impegno nel concreto di Maria, della sua azione al servizio degli altri. Partire dal bisogno immediato di qualcuno significa rendersi capaci il v. 4 del salmo 149. Bisognerebbe rileggere tutto il salterio per accorgersi di come questi poveri che hanno posto la loro fede in Jahvè sono da lui amati. Ecco qualche esempio.
Una situazione particolare è alla base del salmo 34: un ‘anì/povero ha ricevuto un favore dal Signore e vuole esprimergli tutta la sua gratitudine. “Se un povero grida, il Signore lo ascolta / lo libera da tutte le sue angustie”. E’ una lezione che il salmista dà a tutto il popolo di cui fa parte, invitandolo a ringraziare con lui il Signore perché la fede in Dio ripaga sempre abbondantemente.
30 Maggio
Maria e la pienezza del tempo
Si tratta di riflettere non solo che Maria ha preceduto l’ingresso di Cristo Signore nella storia dell’umanità, ma che l’intera umanità con l’incarnazione del Figlio di Dio è entrata nella “pienezza del tempo” e che la Chiesa è il segno di questa pienezza.
Così il testo paolino che, rappresenta la più antica testimonianza mariana nelle scritture (Gal 4,4). Paolo ricorda il metodo usato da Dio che si attua nella storia, inviando il suo Figlio per realizzare i “tempi nuovi”: tappa definitiva che fa passare l’umanità dall'infanzia all'età adulta.
Pienezza – compimento – termine è l’itinerario in cui Maria ci appare come la Vergine del tempo.
31 Maggio
Maria la Vergine della storia in cammino
Così Maria è anche la Vergine del cammino, Ella ci ricorda che il camminare, il peregrinare, l’essere viatori, mai arrivati, ci aiuta a conservare la freschezza dell’annuncio, a non cadere nella routine ma a conservare un atteggiamento di gente in cammino che ha sempre bisogno di cambiare e di convertirsi. Maria è quindi anche la Vergine della storia. Il
suo “essere storia” implica di ridonarle un corpo, un’epoca, un’intimità; bisogna ripensare a Maria nel volto della donna di oggi, come di ogni nostro fratello.
Non solo la storia di Maria ma piuttosto Maria nella storia, per essere anche noi, epifania della pienezza del tempo e cammino per raggiungerla; riconciliazione personale e cosmica, a cui tutta l’umanità aspira.